Grand Canyon e Route 66

Grand Canyon

Le tappe precedenti

Si riprende il viaggio verso ovest, di buon’ora per sfruttare al massimo la giornata per la visita dell’ incredibile Grand Canyon. Questo itinerario ci porterà al South Rim (“bordo meridionale”), spettacolare, ottimamente attrezzato, molto trafficato. Per un’ escursione più tranquilla servirà pianificare l’entrata al North Rim, con cambio sostanziale anche di alcune tappe precedenti.
Da Holbrook si può seguire la I-40 o immergersi in antiche atmosfere. Prendendo un tratto della 66 si assapora il gusto di un viaggio lento, di cose vecchie, consumate, a braccetto con i fantasmi e le glorie del recente passato americano.

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Stanze piuttosto bizzarre per questo motel…

Dovremo presto piegare nuovamente verso nord e raggiungere Tusayan, la nostra “base” per la visita al Grand Canyon.
Prepariamoci agli scenari mozzafiato offerti dalla gola, scavata in milioni di anni dal fiume Colorado, alta fino a 2000 metri!

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Possibilità di compiere vari percorsi panoramici, alternando qualche breve camminata a comode navette. Attenzione alle vertigini!!! I sentieri si snodano sul bordo di impressionanti strapiombi…senza protezioni di alcun tipo! Per gli escursionisti e i più avventurosi non mancano certo sentieri più impegnativi ed “epici”, come il Bright Angel Trail. Quest’antica pista indiana ha ora un aspetto più rassicurante di come appariva ai nativi e ai coloni dei secoli scorsi.

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Il sentiero conduce giù fino al fiume Colorado, ed è un percorso tra i più famosi al mondo. E’ anche molto duro! Cartelli segnaletici e guardie del parco saranno lì a ricordarvi che è consigliata la pianificazione dell’escursione in due giorni e di affrontarla con una massiccia scorta d’acqua. Il pernotto si effettua in un’area attrezzata a valle. In mancanza di tempo o voglia, si potrà comunque percorrere qualche miglio del sentiero e godere di altre vedute impagabili.
La giornata passa in fretta; nel tardo pomeriggio prendendo una navetta per Hermits Rest, si raggiungerà il punto più occidentale del South Rim servito da strada pavimentata. Storia del luogo a parte – comunque interessante – calcolando bene i tempi si potrà chiudere in bellezza la visita gustando lontano dalla calca pressante uno spettacolare tramonto sul canyon!

Route 66

All’indomani ci si dirige a sud per ricongiungersi con la I-40, quindi si piega a ovest, destinazione Lake Havasu City. La cittadina non offre molto a livello turistico, ma è un buon punto intermedio per pernottare lungo il tragitto verso Los Angeles. Abbandonando la Interstate si potranno percorrere alcune miglia sulla Route 66, perdendosi per qualche istante nella surreale atmosfera che la circonda; il paesino di Seligman merita sicuramente una breve sosta per l’acquisto di qualche souvenir e scattare qualche suggestiva foto.

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Passando per Kingman si potrà visitare il bel “Route 66 Museum”, per saperne un po’ di più su quella che forse è la più celebrata strada americana, entrata di diritto nell’immaginario collettivo di un paio di generazioni come simbolo di libertà ed emancipazione, essenza stessa del mito del viaggio on the road…ma sarà proprio così???

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Giunti a Lake Havasu City, si può approfittare delle vicine spiagge sul lago per un fresco pomeriggio di relax. Decisamente una goduria dopo le centinaia di miglia alla guida lungo i polverosi e torridi percorsi dei giorni precedenti.
Prima della cena si può raggiungere il London Bridge, ponte pluricentenario londinese, messo all’asta nel 1962 dopo il suo crollo. Ad aggiudicarselo fu il fondatore della cittadina di Lake Havasu; a sue spese lo fece anche trasportare negli Stati Uniti, smontare e rimontare proprio qui!!! (il senso della parola “americanata“) 

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