Viaggiare negli Stati Uniti : l’ Ovest #2

Stati Uniti, riprendiamo il nostro viaggio sulle orme di antichi miti…

Il “Tappone”, dal Sequoia Park a Las Vegas

Dopo la tappa veloce del Sequoia ci aspettano diverse centinaia di miglia e molte ore d’auto per raggiungere la capitale degli eccessi, Las Vegas. Dobbiamo salutare le fresche alture della Sierra Nevada, che costeggeremo verso sud fino alle sue ultime propaggini, per poi aggirarle piegando repentinamente verso est e andare incontro al caldo abbraccio del deserto. Questo può diventare un trasferimento da 7 ore o più (!), considerando il rispetto dei limiti di velocità e qualche pausa; vale lo stesso ragionamento fatto per la città di San Francisco: per una visita rilassata di Las Vegas occorrerà programmare almeno 2 notti in città, cosa che noi abbiamo fatto.
Alcuni punti di interesse sul percorso

– la base aerea militare Edwards, aperta anche al pubblico ma è veramente complesso fare richiesta per una visita (un solo giorno a settimana disponibile, fra l’altro); veniva usata anche per gli atterraggi dello Shuttle, data la sua notevole estensione

– la “città fantasma” di Calico, che dopo una ricerca su Internet prima della partenza per gli Stati Uniti non ho esitato a definire <<ciarpame turistico>>

– la Death Valley ovviamente, la cui visita però allungherebbe il percorso di molte miglia e forse richiederebbe una programmazione leggermente differente dell’itinerario complessivo.

stati uniti palmdalePer spezzare la giornata abbiamo scelto una visita a Palmdale, cittadina a sud di Lancaster facilmente raggiungibile deviando dal percorso principale. Gli appassionati di aerei militari troveranno molto interessante il Museo all’aperto
– GRATUITO – Airpark 42, con possibilità di ammirare molti incredibili velivoli, tra cui una coppia di SR-71 Blackbird in bella mostra! Il sito non fa orario continuato, per una visita consiglio di arrivare prima delle 11:00, altrimenti si rischia di doversi accontentare di qualche foto fatta dalla recinzione esterna (che vengono comunque bene, parola!).
Una delle caratteristiche di Palmdale è quella di essere nata e costruita sopra la faglia di San Andrea; questa dovrebbe attraversare la zona sud della città, in diagonale Nord-Ovest \ Sud-Est. Aiutati anche da mappe di Google abbiamo speso un po’ di tempo per cercare un buon punto di osservazione, purtroppo senza risultati.

Ripartenza nel primo pomeriggio, il deserto del Mojave si avvicina. Lungo la I-15 si incontrerà presto il cartello che indica una curiosa località, Zzyzx (zaiziks)…a voi scoprire di che si tratta.
Arrivo a Las Vegas in serata, probabilmente orario di punta e strade intasate, niente panico. Prima di recarci all’hotel abbiamo provato a fare un saluto a Rick Dale, titolare del Rick’s Restorations e protagonista di una serie-reality TV passata anche in Italia su Cielo, Missione Restauro. Purtroppo siamo arrivati tardi, il negozio era già chiuso.

Due notti a Las Vegas passano veloci, dopo il Tappone serata relax e giornata seguente totalmente a disposizione per ammirare il Las Vegas Boulevard e i suoi incredibili hotels, una puntata serale a Old Las Vegas e alla coloratissima Fremont Street Experience, e tentare perché no, la fortuna in qualche bel casinò…senza farsi prendere la mano!

Quarta tappa, verso Page e le terre dei nativi Navajo in Arizona

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Inghiottiti dal canyon!

Trasferimento lunghetto. Dopo essere usciti dallo Stato del Nevada, la strada ci fa zigzagare sul confine Utah-Arizona fino a destinazione. Arrivando ci si può dirigere all’incredibile vista offerta dall’ Horsehoe Bend, quindi muovere verso l’ancora più incredibile Antelope Canyon; per quest’ultimo noi abbiamo scelto di visitare il Lower, la mattina successiva però , prima del trasferimento abbastanza breve verso Kayenta visto che siamo arrivati tardi e le visite erano già chiuse! IMPERDIBILE!
Bryce Canyon e Arches National Park sono molte miglia a nord, in pieno territorio dello Utah e non rientrano nel nostro itinerario.

 

Quinta tappa, Kayenta – Monument Valley

Da Page ci si muove verso est per raggiungere l’inconfondibile Monument Valley, luogo celebrato in moltissimi film western ed entrato di diritto nell’immaginario collettivo come simbolo del selvaggio West americano. Consigliata la strada panoramica da fare in auto, un percorso ad anello di circa 17 miglia all’interno della riserva che offre vedute grandiose (sterrato a volte molto sconnesso). Se il tempo a disposizione lo permette, si potrà organizzare qualche breve escursione a cavallo guidati dai nativi Navajo.
Prima dell’imbrunire si potrà raggiungere anche il vicino Mexican Hat, curiosa formazione rocciosa che merita sicuramente qualche foto.

Sesta tappa, Holbrook – Painted Desert e Petrified Forest

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Ci si muove verso sud per un altro trasferimento breve. Prima di giungere a destinazione si visiterà un altro luogo incredibile, il Painted Desert. Deviando dalla strada principale si arriverà all’ingresso di questo “parco”, con la possibilità di attraversarlo in auto su una bella strada asfaltata (ingresso a pagamento – 10$), ammirando un panorama davvero spettacolare, che appartiene letteralmente a un’altra era geologica! Ci troviamo infatti nel cuore della cosiddetta formazione Chinle, una stratificazione di materiali rocciosi e sedimenti che ha formato in milioni di anni un vastissimo altopiano, poi progressivamente eroso dalle acque e dal vento fino a dare vita a questo surreale e colorato paesaggio; questo è il paradiso di archeologi, paleontologi e geologi di tutto il mondo e qua sono stati fatti importanti ritrovamenti di ossa di dinosauri e fossili.

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Paesaggi alieni offerti dalla Blue Mesa

Consiglio caldamente, oltre alle soste nei segnalati punti panoramici, una visita alla Blue Mesa, con possibilità di fare brevi escursioni a piedi  intorno a questa formazione; complice anche l’assenza di mandrie di turisti sembrerà per un attimo di trovarsi su un altro pianeta!

 

Si prosegue per l’area della Foresta Pietrificata, dove si potrà ammirare l’effetto di particolarissimi e lunghissimi processi chimico-fisici su materiale organico: tronchi d’albero trasformati in colorati minerali.

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Tronco d’albero “mineralizzato”

Lungo la strada incroceremo un punto segnalato dove qualche decennio fa passava la Route 66, la celebre “strada madre” americana, un altro mito su cui vale la pena indagare, nelle prossime tappe ne sapremo di più.

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Fantasmi della Route 66

Qualche nota su questo percorso. L’itinerario all’interno del parco è molto lungo e non ci sono servizi intermedi a cui appoggiarsi. Una sosta al Centro Visitatori all’ingresso è consigliabile, si possono recuperare informazioni e pianificare la visita, fare benzina
(!!! raccomandato !!!), controllare la nostra scorta d’acqua e di cibo.
Non dimentichiamo che ci troviamo in un ambiente desertico (anche se ad una discreta elevazione) e che probabilmente lo visiteremo nelle ore più calde della giornata. Oltre a un resort molto caratteristico che incontreremo poco dopo l’entrata nel parco e qualche isolata toilette non avremo a disposizione molto altro.
Nei pressi del Rainbow Forest Museum ci si potrà rinfrancare con una bibita fresca e un buon hot-dog, il migliore del West, garantito!

Prossima puntata, il Gran Canyon e la 66, rotta verso Los Angeles

Puntata precedente, mappa e tratta San Francisco-Sequoia Park

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